La centrale elettrica SIPE di Ferrania

La centrale elettrica SIPE di Ferrania

In un'epoca in cui l'arte e l'industria sembrano spesso muoversi su binari separati, c'è invece un luogo, la centrale elettrica SIPE di Ferrania, che ci ricorda come un tempo fosse comune unire la bellezza all'architettura industriale.

Quando la bellezza si unisce all’industria

La ex centrale elettrica SIPE di Ferrania, situata nella suggestiva regione ligure, in Italia, è un meraviglioso complesso industriale, ormai conosciuto come un importante patrimonio storico e culturale, che ha il potere di raccontarci un passato in cui la creazione di un edificio industriale poteva essere un’opera d’arte in sé.

Quì arte e industria si sono sposati per dare vita a un edificio industriale che racchiudeva non solo una funzione pratica, ma anche una bellezza straordinaria in un padiglione in calcestruzzo armato i cui esterni sono sospesi a metà  fra l’esotico e l’Art Nouveau. Una centrale elettrica che poteva essere considerata un’opera d’arte e questa storia ci dimostra come l’arte possa fiorire persino nei luoghi più inaspettati.
Non è un caso infatti se nel 2018 questo complesso con oltre 3 mila firme, è stato uno dei candidati tra i  “I Luoghi del Cuore”, oggetto del censimento organizzato dal FAI – Fondo Ambiente Italiano, un’iniziativa volta a preservare i luoghi italiani di valore storico e culturale.

Dalla guerra alla fabbrica dei sogni

Bisogna risalire al 1882 per trovare le origini di questa storia, quando venne impiantata una fabbrica di dinamite a Cengio, in Liguria, con il nome SIPE (Società Italiana Prodotti Esplodenti). Questa società giocò un ruolo cruciale nella produzione di esplosivi per l’industria militare: la prima guerra mondiale comportò un ampliamento dell’impianto e la nascita di una nuova fabbrica a Ferrania, contribuendo così al crescente sviluppo industriale della zona.

Alla conclusione del conflitto, fu avviato un progetto di riconversione industriale che portò alla creazione della Società per azioni FILM (Fabbrica Italiana Lamine Milano). Questa nuova azienda si specializzò nella produzione di pellicola cinematografica, collaborando strettamente con la Pathé Frères di Vincennes, la principale fabbrica francese di materiale fotosensibile. Nel 1923, da questa collaborazione nacque la Ferrania, un’azienda che avrebbe successivamente assunto un ruolo di rilievo nell’industria cinematografica e fotografica.

La centrale elettrica SIPE di Ferrania

La centrale elettrica, parte integrante del complesso industriale, svolgeva un ruolo cruciale nell’approvvigionamento di energia per l’intera fabbrica. Questa edificio fu costruito nel 1916 su progetto dell’architetto milanese Cesare Mazzocchi e il suo scopo era quello di dare l’energia utile per alimentare le macchine e l’illuminazione necessarie per la produzione. I disegni di Mazzocchi sono conservati presso l’archivio del Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto (MART) e riprodotti presso il Ferrania Film Museum (Cairo Montenotte) che ho visitato recentemente.

Sulla fabbrica dei sogni cala il sipario

La SIPE, divenuta in seguito Ferrania,  non era solo un simbolo dell’industrializzazione italiana, ma rappresentava anche un pilastro dell’economia locale. La fabbrica ha dato lavoro a migliaia di operai, contribuendo in modo significativo alla crescita della comunità ligure. Nel corso degli anni ha ampliato la sua gamma di prodotti, includendo pellicole e prodotti chimici fotografici, diventando così un importante attore nell’industria fotografica.

Tuttavia, con il passare degli anni, l’industria italiana ha subito trasformazioni profonde. Nel corso del Novecento, il settore fotografico ha subito una drastica rivoluzione con l’avvento delle fotocamere digitali e la Ferrania non è riuscita a stare al passo con questi cambiamenti e ha dovuto affrontare una crisi economica e poi la chiusura definitiva segnando la fine di un’era industriale che aveva giocato un ruolo cruciale nella storia.

L’eterna lezione tra le mura di un’industria

L’edificio della centrale elettrica giace in uno stato di abbandono che si protrae purtroppo ormai da molti anni. Nonostante la sua condizione decadente, questa imponente struttura continua a emozionarmi e a ispirarmi ogni volta che la vedo. Mentre percorro i dintorni di questo splendido edificio e ricordo la sua storia, mi ritrovo immersa in un ambiente che racchiude molto di più di quanto i suoi mattoni possano suggerire.

L’edificio è un testimone silenzioso di un’epoca in cui la creazione di strutture industriali non era solo una questione di funzionalità, ma anche un’opportunità per esprimere la bellezza e l’arte nel mondo industriale. E anche se il progresso ha portato al suo abbandono, è ancora un potente simbolo della perseveranza e della capacità umana di adattarsi al mutare dei tempi e delle situazioni.

Camminando lì intorno, non posso fare a meno di riflettere sulla rilevanza del progresso e dell’adattabilità non solo nell’industria, ma anche nella nostra vita quotidiana. Come la storia industriale si è adattata ai cambiamenti e alle sfide, così anche noi, come individui, dobbiamo essere flessibili e aperti al mutamento: in questo luogo, la storia industriale si fonde con la lezione eterna della resilienza, ricordandoci che, di fronte alle sfide della vita, la nostra capacità di adattamento è uno dei nostri beni più preziosi.

Per chiunque volesse approfondire un pò di più la storia della Ferrania vi consiglio il libro “Egregio sig. direttore. Scritture dalla Ferrania, la fabbrica delle pellicole”.

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Bibliografia e fonti consultate:
“Ferriania Technologies” – pagina su Wikipedia
“Centrale elettrica SIPE” – Industrial Genoa
– “Centrale elettrica SIPE – Luogo FAI” – I luoghi del cuore FAI
– “L’ex centrale SIPE di Ferrania promossa dal FAI” – Eco di Savona

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Francesca Dani

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