I cigni dell’Unione Sovietica: uno dei liquidatori di Chernobyl racconta il suo 19 agosto del 1991

I cigni dell’URSS: liquidatore di Chernobyl racconta il suo 19 agosto 1991

All'alba del 19 agosto del 1991, i cittadini sovietici si svegliarono con l’annuncio alla radio e alla TV che era stato formato un comitato di emergenza per governare il paese. Per diverse ore, le onde radio controllate dallo stato si spensero, tranne che per un ciclo continuo del balletto "Il lago dei cigni".

Lo spunto per questo articolo, o meglio, per la raccolta di queste memorie, mi è venuto durante una conversazione con George, mio caro amico, nonchè liquidatore di Chernobyl che operò nella zona di esclusione nel 1986.
Una delle mie più grandi passioni è quella della lettura di libri riguardanti l’ultimo anno di attività del PCUS e del successivo crollo dell’URSS e la nascita dei nuovi stati indipendenti. Alla mia curiosa domanda se si ricordasse la melodia de “Il lago dei cigni” a reti unificate in tutta la Russia, George mi ha gentilmente concesso di pubblicare le sue preziose memorie di un giorno che cambiò per sempre la storia dell’Unione Sovietica.

19 agosto 1991: il giorno in cui i cigni hanno cantato in tutta la Russia

«Cosa ha contribuito al crollo dell’URSS? Oltre alle enormi spese dovute a sostenere la rivalità con gli Stati Uniti, su quella che tutti conosciamo come la “corsa agli armamenti” di quegli anni, ci furono i costi enormi per la liquidazione delle conseguenze dell’incidente di Chernobyl, a cui anche io ho preso parte nel 1986 in veste di liquidatore e operatore dei robot “Lunokhod” inviati sul tetto della terza unità della stazione nucleare di Chernobyl. A dare un ulteriore colpo alla situazione già precaria, ci furono anche le successive spese per fronteggiare le conseguenze di un’altra grande tragedia avvenuta nel dicembre del 1988, il terremoto in Armenia.

Sono sempre stato un radioamatore molto attivo nella comunità e il 19 agosto del 1991 mi trovavo a Leningrado: dal 15 al 18 agosto si tenne il concorso radiofonico ad onde corte All-Union “Stelle dell’etere KV” (Звезды КВ эфира) di cui io, in veste di giudice della categoria All-Union, ho preso parte alla manifestazione per tutta la sua durata. La mia testimonianza sarà un po’ lunga ma voglio raccontarvi gli eventi che ho vissuto quel giorno.»

Prima immagine: un ritratto di George Chliyants scattato dall’autrice dell’articolo Francesca Dani. Seconda immagine: George nel 1986 a Chernobyl con uno dei robot che venne impiegato sul tetto della terza unità di potenza.

«Tutto è iniziato con la scomparsa del mio assistente e giudice “senior”, Viktor Goncharsky (allora – UB5WE, ora – US5WE). Dopo la fine della parte “on air” della manifestazione, la sera del 18 agosto i concorrenti presentarono i loro rapporti scritti alla giuria della competizione e Victor si recò con uno degli operatori UZ1AWT, alla loro stazione radio per digitare i rapporti su schede perforate per il successivo passaggio su un computer, che per gli standard odierni risulterebbe primitivo. Era una procedura laboriosa e molto lunga e quel lavoro doveva essere terminato entro la mattina seguente, quindi Victor e il suo collega si misero subito a lavoro, avrebbero avuto da lavorare tutta la notte.

Alle 7:00 del mattino del 19 agosto qualcuno bussò alla porta della mia stanza d’albergo… Sulla soglia della porta c’era il capo della stazione radio UZ1AWT che con voce spaventata mi disse: “Non so cosa stia succedendo, ma gli ufficiali del KGB mi hanno tirato giù dal letto due ore fa, siamo andati alla stazione radio, dove hanno confiscato il registro delle attrezzature e sigillato i locali di tutta la stazione radio”. A quell’ora ci dovevano essere due persone alla stazione radio, ma lui mi rispose che non c’era nessuno… Rimasi sconcertato: dove era finito Victor e il suo collega?
Iniziò quindi la ricerca frenetica di Victor che non risultava essere nei paraggi: ho iniziato quindi a chiamare gli ospedali di Leningrado uno per uno ma anche la chiamata all’ufficiale di servizio del dipartimento di polizia della città risultò infruttuosa. Mi sono quindi diretto immediatamente nella stanza di Anatoly Vladimirovich Gorokhovsky, un funzionario della competizione che era lì in veste di redattore capo della rivista “Radio” e membro del Presidium della Federazione Radio Sportiva dell’URSS. Dopo aver discusso la situazione con lui, siamo saliti in macchina e siamo andati al dipartimento cittadino del KGB dove siamo stati gentilmente ricevuti dall’ufficiale di servizio, che fece alcune telefonate e ci riferì che “il cittadino Goncharsky non era registrato presso il loro elenco

Tornammo quindi all’hotel, dove proprio lì, appena arrivati, abbiamo appreso dalla radio la notizia del colpo di stato (GKChP), da parte del comitato statale per lo stato di emergenza, conosciuto anche come “Banda degli Otto”, un gruppo di alti ufficiali del governo sovietico, del Partito comunista e del KGB che tentarono il colpo di stato contro Michail Gorbaciov. Ho continuato a pensare che Victor fosse detenuto dal KGB, la situazione e gli eventi facevano percepire questo… Di notte, in una stazione radio, alcune “note erano cifrate”, i rapporti dei nostri partecipanti vennero confiscati… Ovviamente il KGB non ci disse nulla di preciso, apparentemente anche loro stessi erano confusi in quel momento: era iniziato il caos e la confusione era ormai ovunque.»

Prima immagine: copertina della rivista “Radio” dell’epoca. George (al centro con un berretto da baseball bianco)  legge un’anteprima delle relazioni dei partecipanti. Seconda immagine: QSL dell’operatore UA3A / NT2X, la foto di una delle barricate vicino alla Casa Bianca, scattata  durante la sua visita a Mosca in quei giorni.

«Con Victor era tutto molto più diretto e prosaico… Di lì a poco ci chiamò da una cabina telefonica in strada (al tempo non c’erano i telefoni cellulari e molti telefoni fissi erano bloccati, ma nel nostro hotel funzionavano ancora) e mi chiese: “Stai pensando di darmi da mangiare?” Alla mia domanda: “Dove sei?”, ha risposto: “Alla stazione radio a tarda notte il computer si è rotto, siamo andati da un compagno del mio collega, che ha aperto una cooperativa in un seminterrato, in cui ha organizzato un laboratorio informatico. I rapporti sono controllati, mandate una macchina”.
Victor ci consegnò quindi i rapporti elaborati e abbiamo iniziato a stampare il protocollo della competizione. Quel giorno tutti i canali televisivi trasmettevano solo il balletto “Il lago dei cigni” in un ciclo continuo senza sosta, tutte le radio e le televisioni erano oscurate. Qualcuno disse che nel centro della città le persone avevano iniziato a creare barricate con autobus rovesciati e automobili e molti partecipanti della nostra competizione radio si recarono a vedere cosa stava succedendo e a scattare fotografie.

Il pomeriggio di quello stesso giorno abbiamo iniziato a mandare via le squadre che avevano preso parte alla competizione radio: alcune verso l’aeroporto, altre alla stazione ferroviaria, altre ancora hanno lasciato la città in macchina. Quella sera, prima di partire per la stazione ferroviaria di Mosca, dove avremmo successivamente preso il treno per tornare a casa, noi giudici e organizzatori ci siamo riuniti per un ultimo incontro e improvvisamente siamo stati chiamati nella nostra stanza d’albergo da alcuni operatori radio a onde corte di Leningrado che ci informarono di una stazione radio amatoriale della “Casa Bianca” di Mosca (Casa del Governo della Federazione Russa) che stava lavorando a 14 MHz. Abbiamo lasciato un pezzo di filo fuori dal finestrino, abbiamo acceso la ricetrasmittente e ci siamo messi in contatto radio con loro…
La mattina del 20 agosto arrivammo a Mosca e siamo andati subito alla “Casa Bianca” per vedere le barricate, successivamente siamo andati alla redazione della rivista “Radio”, ho consegnato il protocollo del concorso e la sera sono partito per Lviv in treno con Victor.»

 

E mentre George e Victor stavano lasciando Mosca per tornare a Lviv in treno, il vento che per decenni aveva gonfiato le vele dell’Unione Sovietica, stava già cambiando direzione. Quattro giorni dopo, il 24 agosto, Michail Gorbaciov si dimise da Segretario Generale del PCUS. Volodymyr Ivaško prese il suo posto, fino al 29 agosto, giorno in cui si dimise. Lo stesso giorno il Presidente Boris El’cin, con il decreto n.83 trasferiva gli archivi del PCUS alle autorità dell’archivio di Stato. Il 25 agosto, con il decreto n.90, nazionalizzava le proprietà del PCUS in Russia e il 6 novembre 1991 emanò il decreto n.169 che formalmente metteva fine, proibendola, all’attività del PCUS in Russia.

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