Distintivo Ponte sul Fiume Pripyat

Il distintivo per la costruzione del ponte sul fiume Pripyat

Dopo l'incidente alla centrale nucleare di Chernobyl venne costruito il primo ponte sul fiume Pripyat in modo da collegare velocemente la nuova città di Slavutych al polo nucleare. Esiste una medaglia che venne rilasciata ai costruttori che dal 1986 al 1988 lavorarono nella zona di esclusione alla sua costruzione

I fiumi Pripyat e Dniepr nella storia

I fiumi Pripyat e Dniepr furono teatri di eventi storici in Ucraina, sia in tempi moderni sia in quelli più remoti, tanto che per alcuni ricercatori e storici, la zona tra il fiume Pripyat e Kiev è l’area in cui hanno avuto origine i cosacchi nel XIII secolo dopo l’invasione mongola.
Guardando qualsiasi immagine satellitare, si può capire perché: in quelle immense e tortuose sponde era facile nascondersi, aspettare e attaccare il nemico.

Molte storie nascono sulle rive di questi fiumi, tant’è che il corsaro e ammiraglio della marina americana John Paul Jones ha combattuto le sue ultime battaglie navali proprio in Ucraina e fu introdotto dai cosacchi zamporoghi dell’Ucriana meridionale sulle rive del Dniepr: Zaporož’e, significa letteralmente “il forte aldilà delle rapide” e questo fa capire l’importanza di questo fiume nei concetti di strategia militare del tempo.

Ponte sul fiume Pripyat

Caratteristiche idrologiche del fiume Pripyat

Ma torniamo adesso ad una storia un po’ più recente e che probabilmente è quella per cui state leggendo questo articolo. Se sei capitato su questa pagina del mio sito sicuramente ti interessa la storia della città di Pripyat o del suo omonimo fiume. Pripyat non è solo la città, adesso abbandonata, vicino alla centrale nucleare di Chernobyl che tutti conosciamo: la città ha preso il nome grazie al vicino fiume, il Pripyat.

Il Pripyat è uno dei più grandi corpi idrici della zona di esclusione di Chernobyl e sfocia nel fiume Dnepr di cui è il suo più grande e più importante affluente di destra. Il fiume scorre attraverso l’Ucraina (regioni di Kiev, Volyn e Rovno) e la Bielorussia (regioni di Gomel e Brest) e nasce sull’altopiano di Volyn, dove si trovano i villaggi di Budniki e Smolyary. La sua sorgente si trova a 167,9 metri sul livello del mare e il fiume scorre attraverso l’Ucraina e la Bielorussia per 775 chilometri, fino a raggiungere il Dnepr dove la foce del Pripyat ha un’altezza di 103 metri sul livello del mare. Sfocia nel bacino idrico di Kiev, la cui superficie è di 922 chilometri quadrati e tra tutti gli affluenti del fiume Dnieper, il Pripyat è il più lungo e il più grande in termini di contenuto d’acqua.

Il fiume Pripyat sulla mappa della Bielorussia occupa 500 chilometri e i restanti 225 passano attraversano l’Ucraina mentre il suo percorso attraverso la zona di esclusione di Chernobyl è di 50 chilometri.

Nelle foto sopra: il ponte sul fiume Pripyat

La modifica artificiale per ospitare il bacino di raffreddamento del ChNPP

Durante la costruzione della centrale nucleare di Chernobyl, si rese necessario modificare artificialmente il letto del fiume Pripyat in quanto il sistema di raffreddamento dei reattori e degli altri sistemi era basato su scambiatori di calore ad acqua e fu quindi necessario creare un bacino per le opere di presa e i canali per l’acqua di restituzione. Per i reattori 5 e 6, che all’ epoca dell’incidente erano in costruzione, il raffreddamento sarebbe stato garantito da due imponenti torri a tiraggio naturale mentre l’acqua del fiume Pripyat avrebbe garantito solo lo smaltimento di calore degli altri sistemi.

L’alveo del fiume fu così modificato artificialmente e undici chilometri del suo percorso furono recintati da un canale navigabile con il quale venne spostato il corso del fiume portandolo ad una distanza di 200-400 metri dal bacino di raffreddamento, separato dal fiume da una diga artificiale.
In questo tratto la larghezza media del fiume varia da 100 a 160 metri e la profondità media è di 3-4 metri.

Veduta del ChNPP dal ponte sul fiume Pripyat
Nella foto sopra: la veduta sulla centrale nucleare di Chernobyl da ponte sul fiume Pripyat

La costruzione del ponte sul fiume Pripyat e il distintivo associato ai lavori

Dopo l’incidente alla centrale nucleare di Chernobyl avvenuto nel 1986, e con la successiva costruzione della città satellite di Slavutych, nel 1988 si ebbe la necessità di collegare, tramite il percorso più breve, la centrale nucleare con la nuova città che ospitava gli ingegneri e tecnici del polo nucleare. A questo proposito, un nuovo ponte stradale sul fiume Pripyat, alla periferia di Chernobyl, fu messo in funzione in tempi record e molto prima del previsto.

Il 7 novembre del 1988 fu inaugurato e messo in funzione il primo ponte stradale sul fiume Pripyat all’interno della zona di esclusione di Chernobyl. Il ponte fu costruito utilizzando, per l’epoca, nuove e sofisticate tecnologie e i lavori durarono due anni, dal 1986 al 1988. La costruzione di questo ponte rese possibile viaggiare su strada fino alla centrale nucleare di Chernobyl dalla città di Slavutych e viceversa e la costruzione fu eseguita dagli ingegneri edili e dal gruppo N12 del Mostostroy-1 di Dnipropetrovsk.

Il badge “Bridge across Pripyat. Chernobyl ’88» («Мост через Припять. Чернобыль ’88») fu rilasciato a tutti i membri del gruppo di lavoro che operarono nella zona di esclusione di Chernobyl per la costruzione del ponte. Parto dal presupposto che un badge simile sia stato rilasciato anche in onore dell’apertura del ponte sul fiume Dnepr che fu inaugurato lo stesso giorno e che venne costruito vicino al villaggio di Dniprovske, nella regione di Chernihiv, il quale ha permesso il trasferimento dei trasporti a motore da e verso la Repubblica della Bielorussia.

Il badge presenta la raffigurazione del ponte sul fiume Pripyat e dietro di esso si intravede all’orizzonte il sarcofago protettivo costruito nel 1986 dai liquidatori della US-605 e nella parte esterna della medaglia vi è la scritta “Ponte sul fiume Pripyat – Chernobyl ’88”. Nella spilla superiore vi sono raffigurate onde laccate di azzurro a ribadire che si tratta di una medaglia inerente ad un opera fluviale.

AUTORE DI QUESTO ARTICOLO:

NUOVI ARTICOLI

Il Bosco delle Querce a Seveso
Storie industriali
Francesca Dani

Dopo il disastro di Seveso: da ogni tragedia nascono i fiori

Cosa è rimasto e come è cambiata la “zona A” dopo il disastro di Seveso del 1976: sono andata nella zona che a seguito dell’incidente venne avvelenata dalla diossina ed evacuata. Molto tempo è passato e i fiori hanno ricominciato a sbocciare.