Il dosimetro sovietico DKP-50A, il dispositivo individuale dei liquidatori di Chernobyl

DKP-50A: il dosimetro individuale dei liquidatori di Chernobyl

Il dosimetro DKP-50A, realizzato durante la guerra fredda e fornito come dispositivo individuale per l’esercito polacco fu utilizzato anche durante i mesi successivi all’incidente di Chernobyl dai liquidatori. In questo breve articolo vi parlo del suo impiego e funzionalità.

Il “dispositivo individuale” usato dai liquidatori di Chernobyl: impiego e funzione

Il dosimetro DKP-50A serve ad indicare la quantità di radioattività a cui è esposta la singola persona. Ideato e realizzato durante la “guerra fredda”, ogni soldato era equipaggiato con questo dispositivo in caso di conflitto nucleare e veniva indossato attaccato alla tasca o alla cintura per mezzo della clip di fissaggio, una semplice clip come quella che troviamo nelle penne da taschino. Il dosimetro è di tipo tascabile dalla forma caratteristica di una penna e consente di registrare la dose di radiazioni gamma a cui viene esposto l’individuo in un range compreso tra 0 e 50 R (röntgen) con la lettura diretta della dose semplicemente guardando attraverso un piccolo oculare posto all’estremità della penna. 500 R in 5 ore è solitamente da considerarsi letale.
 
Il röntgen, indicato con il simbolo “R”, è un’unità di misura dell’esposizione a una radiazione ionizzante ma non fa più parte delle unità del Sistema internazionale. È stata l’unità storica dell’esposizione a raggi gamma e raggi X e durante i lavori di liquidazione dell’incidente di Chernobyl fu proprio questa l’unità di misura utilizzata per tutto il periodo, che, tengo a ricordare ebbe luogo in un arco di tempo compreso tra il 1986 e il 1991 e il modello DKP-50A fu fornito a tutti i liquidatori di Chernobyl che operarono nella zona del disastro nucleare durante quegli anni.
Ideato e realizzato durante la “guerra fredda”, ogni soldato era equipaggiato con questo dispositivo in caso di conflitto nucleare e veniva indossato attaccato alla tasca o alla cintura per mezzo della clip di fissaggio, una semplice clip come quella che troviamo nelle penne da taschino

Dosimetro individuale DKP-50A: principio di funzionamento

Il DKP-50A è costituito da un principio di funzionamento veramente molto semplice. All’interno della penna è presente un condensatore per immagazzinare la corrente necessaria per alimentare la camera a ionizzazione in cui ci sono due elettrodi che vengono caricati per mezzo di una fonte elettrica esterna. Le particelle gamma colpiscono l’elettrodo costituito da un sottile filo all’interno della camera con la conseguente ionizzazione e scarica del condensatore. In pratica l’elettrodo che in origine è posizionato davanti allo 0 di una scala graduata da 0 a 50, per un effetto di repulsione elettrostatica più avviene la scarica del condensatore più il filo dell’elettrodo si discosta dallo zero. Dalla lente posta sulla sommità del dosimetro si può leggere questo scostamento che va ad indicare la dose di radiazione assorbita con uno scarto massimo del 10%.
 
Ad ogni fine turno, attraverso il dispositivo di calibrazione e ricarica DP-22, il dosimetro veniva scaricato e tenuto in carica pronto per un nuovo turno di misurazione il quale si poteva estendere per un massimo di 24 ore.
Il dosimetro DKP-50A fu progettato per monitorare la dose di radiazioni a cui veniva esposto un singolo soldato ed è andato a sostituire il dosimetro DKP-50 che veniva utilizzato negli anni ’50. Costruito in alluminio lavorato, veniva fornito di un piccolo tappo di plastica trasparente per proteggere i contatti di carica, questo tappo doveva essere rimosso prima che il dosimetro possa essere caricato e azzerato.
Le due estremità del dosimetro DKP-50A: scala graduata di misura röntgen e alloggio dei contatti di carica.

Come leggere i dati di esposizione a radiazioni sul DKP-50A

  1. Guardate attraverso il piccolo oculare posto all’estremità del dosimetro (come si fa normalmente guardando attraverso un telescopio!) verso una fonte di luce molto luminosa che potrebbe essere il sole o una lampada molto luminosa o una torcia… È molto semplice determinare la direzione in cui è necessario guardare perché se guardi correttamente vedrai una scala con dei numeri all’interno del dosimetro mentre se non si guarda correttamente, non si vedrà nulla.
  2.  All’interno del dispositivo vedrete una scala con dei numeri e un filo molto ma molto sottile.
  3. A seconda della dose di esposizione a radiazioni, il filo si muoverà lungo la scala e determinerà i röntgen/h.

Questo dosimetro potete facilmente recuperarlo anche nei negozi online e il suo costo è molto contenuto, si parla di circa 10 euro a dosimetro e sicuramente è un pezzo che non può mancare nella collezione di chi è interessato alla storia di Chernobyl e del suo processo di liquidazione delle conseguenze dell’incidente.

AUTORE DI QUESTO ARTICOLO:

NUOVI ARTICOLI

Il Bosco delle Querce a Seveso
Storie industriali
Francesca Dani

Dopo il disastro di Seveso: com’è oggi la “Zona A”

Cosa è rimasto e come è cambiata la “zona A” dopo il disastro di Seveso del 1976: sono andata nella zona che a seguito dell’incidente venne avvelenata dalla diossina ed evacuata. Molto tempo è passato e i fiori hanno ricominciato a sbocciare.